Il castello dei Pennisi di Floristella, opera del palermitano Giuseppe Patricolo, vanta una piccola cappella dedicata al Battista, che, come uno scrigno, conserva gli affreschi realizzati da Giuseppe Sciuti dal 1905 al 1907. La cappella, ultimata il 24 dicembre 1893, era priva di affreschi.

La Cappella ha uno sviluppo in altezza; occupa, infatti, il piano terra e il primo piano dell’ultima ala. Il cielo stellato della volta a crociera, di un azzurro trapuntato da lucide stelle, si sposa perfettamente con i paramenti architettonici.

Sciuti riempì la piccola chiesa con le figure di otto santi. Scelti in base ai nomi dei rappresentanti della nobile famiglia. Troviamo così Agostino, Pasquale Baylòn, Enrico, Antonio di Padova, gli arcangeli Raffaele e Gabriele, la Madonna e San Giuseppe. Salta subito agli occhi la originalità. I santi di Sciuti hanno poco in comune con quelli che siamo abituati a vedere nell’agiografia corrente. “Senza civetteria di forma, con tinte poderose e sobrie, con una fattura smagliante e grandiosa, con sapiente parsimonia di mezzi, con sicura e inappuntabile correttezza di disegno, l’Artista esimio ha sfoggiato il suo talento veramente grande facendo di ogni soggetto dei quadri nel vero significato ,senza risparmiare nessuna delle luminose risorse della sua magica tavolozza che, unica e sola, sa dare la sorprendente melodia del colore”. (Cosi ITICAR, pseudonimo di Gaetano Raciti, su l’Imparziale). Nei cartoni, il disegno appare ben curato, minuzioso, anche se alcune figure hanno un gusto accademico. Nella realizzazione, invece, il colore dà pregnanza alle figure e l’intera composizione acquista valore.

Particolarmente riuscito, “Sant’Agostino”. Il ricco mantello vescovile, la tiara e il testo sacro che sta leggendo, non eliminano la sua profonda umanità, espressa convincentemente con l’affaticamento degli occhi e la mano sinistra a carezzare la barba bianca. Agostino d’Hippona vescovo, filosofo, teologo, uno dei massimi pensatori cristiani del primo millennio, non dimenticò mai di essere anzitutto un uomo, con i suoi slanci e le sue cadute: un uomo che costrinse la propria fede a ragionare.

Gg